La Forza Mentale nel Natural Bodybuilding, ma non solo...

Anche il "Fattore Mentale" è determinante per ottenere i migliori risultati.

Incominciamo dalla fisiologia: con l'ausilio di questo particolare settore della biologia si possono spiegare i vari apparati del corpo umano e il loro funzionamento, pertanto, il nostro corpo si può paragonare ad un appartamento costituito da cavi elettrici, cavi telefonici, dalla rete idrica, dalla televisione, dalla radio e da un computer, che può essere considerato il proprietario e rappresentato dal cervello.

Come negli impianti di una casa, dove i cavi elettrici, i cavi telefonici, le tubazioni idriche, gli impianti audio / video e informatici sono formati da determinati materiali, rivestiti da guaine e alloggiano in appositi contenitori, che il più delle volte fanno parte dello stesso percorso, nello stesso modo i vasi sanguigni come i capillari, le vene e le arterie rivestite dalle fibre muscolari sfruttano sapientemente lo spazio e percorrono tutto il corpo umano.

Strutturalmente si può capire la topografia del sistema nervoso, costituito da organi periferici di senso, da una rete nervosa di collegamento e da una parte centrale.

Per esempio, la nostra psiche riceve le trasmissioni degli stimoli per mezzo dei neuroni i quali attraversano i gangli nervosi che a loro volta rafforzano le trasmissioni degli stessi messaggi.

La rete nervosa, dunque, trasmette gli stimoli da un punto all'altro attraverso i vari "gangli" distribuiti lungo il percorso di nervi in tutto il corpo umano. Quindi, nel nostro esempio, riguardo alla nostra psiche, si può parlare di "cordoni nervosi encefalici", cioè quelli che collegano gli organi periferici al cervello.

Vi sono dodici paia di cordoni nervosi encefalici: oftalmico, ottico, oculomotore, trocleare, trigemino, abducente, facciale, acustico, glossofaringeo, vago, accessorio, ipoglosso. 
 
Per esempio, il cordone nervoso oftalmico collega la mucosa nasale al cervello e trasmette alla psiche le sensazioni di odore. Ogni altro cordone collega un organo corrispondente al cervello e quindi avviene anche in questo modo il funzionamento globale di tutto il nostro organismo.

Bisogna tener conto, tra l'altro, che le cose comincerebbero a complicarsi se si prendesse in considerazione il sistema nervoso simpatico, il quale è indipendente dal cervello per quanto riguarda le funzioni motrici, mentre si ritiene in funzione con il cervello per le relazioni sensitive.

La scienza ufficiale si mantiene sul generico quando si tratta di stabilire la completa autonomia del sistema nervoso simpatico, pertanto, seguo a scrivere di altro.
 
Come molti sanno la disciplina Yoga affonda le sue radici in tempi antichissimi. 
Uno dei suoi principii descrive il corpo umano percorso da linee energetiche lungo le quali sono disposti, a partire dalla testa, i cosiddetti "Chakras", "Punti Vitali" o "Centri di Potere". 

Ebbene, attraverso determinati allenamenti di concentrazione e di respirazione, alcuni praticanti sono capaci di fare cose che, ad altri esseri umani, appaiono straordinarie, proprio perché riescono a dirigere le energie dei "Centri di Potere" verso il punto che interessa e perciò a rinforzare lo stesso.

Infatti, è risaputo, che persone ben preparate riescono a trafiggersi con un oggetto acuminato una parte del corpo, senza sentire dolore e senza che fuoriesca la benché minima stilla di sangue; inoltre, è possibile camminare sui carboni ardenti, sedersi sui chiodi, levitare, trattenere il respiro per parecchi minuti, fermare il battito cardiaco, provocare uno stato di catalessi (morte apparente), etc.

Le dottrine esoteriche, invece, concepiscono la natura del corpo umano suddivisa in vari livelli di coscienza: fisico-eterico, astrale, mentale inferiore, mentale superiore, spirituale-causale, intuitivo, divino, assoluto.

Mentre, per quanto si ammette comunemente, la nostra mente opera a due livelli: uno conscio e uno subconscio.

La parte conscia della mente, quella razionale, si occupa di cose di ordinaria amministrazione: decide come vestirsi, cosa fare durante la giornata, come allenarsi, cosa mangiare, che genere di serata passare, gli appuntamenti, etc...

La parte subconscia della mente, la psico-fisica, quella irrazionale, si occupa di cose ben più importanti: svolge tutte le funzioni organiche dalla digestione alla respirazione, fa battere il cuore, stimola le nostre sensazioni e pertanto modifica lo stato del nostro sistema neurologico a causa del contatto con l'ambiente tramite gli organi di senso, alimenta i vari apparati del nostro corpo, fa crescere i capelli, ci ricarica di energia durante il sonno, etc.; questo lavoro viene fatto senza un attimo di pausa, anche quando dormiamo, come se s'inserisse un pilota automatico con un potente analizzatore a cui non sfugge niente, perché ha un archivio talmente vasto e vario che nessun computer potrebbe contenere, impara la perfetta esecuzione della gestualità atletica e ne deposita lo schema, rendendolo così indimenticabile.

Il subcosciente di un culturista esperto possiede vari schemi e li usa durante l'allenamento, per cui permette traiettorie precise durante lo svolgimento degli esercizi, ma non solo, come un supervisore, mantiene l'equilibrio fisiologico e biochimico nei muscoli. 

La parte subconscia della mente lotta contro i condizionamenti e per la sopravvivenza, aumenta l'istinto di conservazione, lotta contro il freddo e il caldo, resiste alla fatica, provvede a mandare messaggi agli apparati ghiandolari per la giusta secrezione ormonale, rende l'allenamento esaltante, il gesto atletico viene naturalmente improntato verso la massima resa con minor dispendio di energia, i vari esercizi fisici divengono sempre più sincronizzati, le traiettorie errate vengono avvertite istanti in anticipo ed eliminate.

Quando la mente cosciente manda messaggi per noi positivi alla mente subcosciente, ci sentiamo gratificati, perché otteniamo quello che abbiamo chiesto; il più delle volte, però, la mente cosciente non osa e il culturista preferisce affidarsi alla chimica per risolvere tutto; se si provasse ad eliminare la paura, partendo con maggiore convinzione e determinazione, si potrebbe ottenere molto di più. 

Bisogna ricordare che usiamo solo una parte del nostro cervello, quella sinistra; quando impareremo ad usare tutto il cervello, allora la nostra forza mentale sarà eccezionale.

A questo proposito consiglio la lettura di alcuni libri che scrivono della forza del nostro pensiero sul nostro corpo, perché nelle varie spiegazioni di questo argomento vengono usati spesso i seguenti due termini: 

- "Clear" - termine che significa persona pulita e razionale dal punto di vista psicologico, pertanto in grado di trovare le migliori soluzioni ai problemi;

- "Engram" - termine che significa persona con la mente reattiva dal punto di vista psicologico, pertanto in grado di immagazzinare immagini particolari. 

Entrambi i termini sono difficili da spiegare in poche parole, quindi, per rendere l'idea, porrò questi termini in relazione all'allenamento culturistico.

Come dicevo in precedenza, la parte subconscia della nostra mente, durante l'allenamento, registra tutti i movimenti degli esercizi, anche se mentre li svolgiamo ci troviamo in una situazione di grande coscienza, perché siamo concentrati e perciò razionali. 
 
Con un pò di pratica si riesce a stimolare al massimo il fisico, richiamando a livello cosciente i nostri vari "Engram".

Vi sarà capitato sicuramente di sentirvi, durante un allenamento, apatici, senza voglia di allenarvi e sul punto di abbandonare. La risposta a questo stato di cose è, sicuramente, il fatto che non vi siete predisposti psicologicamente o non ci siete riusciti.

Provate a chiamare alcuni "Engram" per concentravi sull'afflusso sanguigno nei muscoli, oppure, per stabilire determinate alzate col massimale del carico; pensate al periodo della vostra forma migliore, pensate a come eravate, come vi sentivate psicologicamente, rivivete tutto di quei magnifici momenti, e sentirete una grande forza in voi stessi, e noterete com'è possibile allenarsi con più intensità e ottenere più risultati.

In alcuni nostri "Engram" sono registrati anche i nostri eroi, i campioni dello sport, ad esempio, culturisti come Steve Reeves, pugili come Cassius Cley, etc., oppure le gare a cui abbiamo partecipato, o tutte le belle esperienze vissute nella vostra vita, non solo quelle provate durante l'attività sportiva. 

"Quando cambi il modo di guardare le cose, le cose che guardi cambiano". 

Avete mai notato pugili che, pur possedendo un fisico robusto, nel corso del combattimento si sono arresi prima psicologicamente, oppure un culturista che durante una gara osservando atleti più preparati si deconcentra e non si batte con tutte le proprie energie per arrivare almeno ad un piazzamento d'onore, oppure chi si fa vincere dalla fatica e non è disposto a soffrire? Ebbene questi soggetti sono degli sconfitti in partenza, perciò se volete essere atleti esemplari, dovete anche pensare, allenarvi e comportarvi come i vostri campioni, e se ci riuscite sarete anche Voi un buon esempio da seguire.
"Una grande forza interiore costituisce una caratteristica vincente".

Probabilmente, a questo punto della lettura vi chiederete se esiste un metodo infallibile ed efficace per sviluppare la forza della mente, personalmente posso affermare che esiste.
 
La nostra coscienza e il nostro subconscio del quale fanno parte le nostre esperienze, ci indicheranno la strada giusta, per il resto bastano pochi ma sempre validi comportamenti, che aiuteranno a sviluppare la nostra forza decisionale.

- Autocritica
Bisogna fare una valutazione più onesta possibile di noi stessi, dei nostri difetti, delle nostre attitudini per le quali siamo maggiormente portati, della realtà che ci circonda, del contesto sociale in cui viviamo, dei nostri desideri, di cosa possiamo realizzare, pertanto, di cosa vogliamo realizzare.
Nel nostro allenamento psico-fisico sportivo possiamo procedere come segue: non cercheremo di raggiungere una super forza se abbiamo articolazioni deboli, nemmeno una super massa muscolare se la nostra genetica non è adatta. Usare in sostanza la strategia migliore orientandoci verso il tipo di fisico più congeniale: definito, simmetrico e resistente, oppure possente e forte. Una volta stabilito ciò che è meglio fare, bisogna dedicare il massimo delle proprie energie e perseguire lo scopo, eliminando tutti i fattori negativi che possono impedire la nostra riuscita.

- Rispetto del Prossimo
Questo, valutato in modo superficiale, può sembrare estraneo allo sviluppo dei poteri mentali, invece rispettando il nostro prossimo ci accorgiamo del contrario, perché attraverso l'incontro e l'ascolto, e non con lo scontro, riusciamo ad avere la possibilità di recepire e apprendere anche molti altri insegnamenti, che ci possono essere utili.

- Lavoro
Dobbiamo "rimboccarci le maniche" e lavorare, come si usa dire, perché nel lavoro c'è un grande segreto, specialmente se lo si fa con passione e se si crede in ciò che si fa.
Lavorando si impara tanto, allenandosi con perseveranza si comprendono meglio le tecniche che vanno bene per ognuno di noi, si comincia a sviluppare l'istinto che ci guida verso un determinato obiettivo, si acquisisce la coscienza e la padronanza di se stessi.

"Chi ha il senso dell'autocritica, rispetta il prossimo e lavora, 
può considerarsi progredito mentalmente". 



Oggi si sente spesso parlare di "Training Autogeno" una tecnica di rilassamento psico-fisiologico impiegata anche in ambito sportivo e in tutte quelle situazioni che richiedono un alto livello di concentrazione mentale. 

Ora, senza indagare ulteriormente nei processi mentali, che determinano i vari impulsi nervosi responsabili delle contrazioni muscolari, scrivo dell'applicazione mentale e di come essa agisca positivamente nelle fasi dell'impegno muscolare (allenamento).

Per avere un'idea dell'importanza della concentrazione mentale durante l'allenamento è sufficiente osservare la differenza con cui eseguono il medesimo esercizio, con un carico adeguato, un atleta principiante e un campione. 


L'esercizio dimostrativo, da prendere come esempio, è il comune "flessioni delle braccia con il bilanciere in piedi". 


Il principiante si precipita sull'attrezzo quasi come se volesse aggredirlo, afferra la sbarra e, senza la minima concentrazione per raccogliere gli impulsi nervosi e indirizzarli al muscolo interessato (bicipite) per metterlo in condizioni di contrarsi e agire nel miglior modo possibile, comincia ad alzare l'attrezzo come se quel movimento fosse "fine a se stesso" (cioè semplicemente per sollevare il peso), senza lo scopo di stimolare il muscolo alla crescita.
 
I suoi movimenti sono scomposti, impacciati e scoordinati, la traiettoria non è mai precisa e perfetta, ma ondeggiante e discontinua; esegue le ripetizioni in modo meccanico, distaccato e improduttivo, perché la sua mente è altrove.
 
Il suo sguardo, durante l'esecuzione, è continuamente in movimento come se fosse alla ricerca di qualcosa; la sua respirazione diventa irregolare (scorretta), dopo poche ripetizioni e mentre inizia ad ansimare, il suo volto è già arrossato a causa dello sforzo emotivo oltre che muscolare.
 
Il principiante, che esegue l'esercizio nel modo descritto, non è assolutamente padrone del movimento, al contrario ne subisce il dominio e lo dimostra il fatto che a conclusione della serie sta lottando con tutte le sue forze per eseguire le ultime ripetizioni usando tutti i possibili stratagemmi: ondeggiamenti del corpo, colpi di reni, inopportuni movimenti di gambe, etc...
 
Risulta evidente che in tal modo il beneficio tratto dallo stimolo muscolare è notevolmente ridotto. Inoltre, l'allenamento non si esaurisce con la conclusione sottosforzo dell'esercizio, ma prosegue anche dopo il medesimo, cioè nella pausa, tra una serie e l'altra, nel recupero, dove, invece, il principiante ne approfitta per parlare con i compagni di palestra o per mirare altro secondo lui più interessante. 

Ben diverso è il comportamento del campione.

Egli appare calmo, totalmente assorto ed estremamente in confidenza con l'attrezzo che sta per impugnare; si comporta come se volesse escludere dalla sua mente ogni tipo di problema; chi lo osserva ha l'impressione che niente esista intorno a lui.

Afferra il bilanciere, sente l'impatto dell'acciaio nelle sue mani ed è come se vene e muscoli delle sue braccia ricevessero un forte impulso elettrico e già siano pronti ad eseguire con la precisione di una macchina sofisticata il loro lavoro alla perfezione. 

Il sangue corre a portare ossigeno, vitalità ed energia, lungo le arterie per raggiungere il muscolo in totale contrazione. Nel frattempo la sua mente agisce come un computer in azione analizzando il movimento in tutti i suoi particolari: posizione delle mani, dei piedi, respirazione, segmenti di leva, esclusione sistematica di possibili interventi estranei (muscoli non interessati al movimento, che potrebbero ugualmente intervenire per impulsi nervosi riflessi e involontari). 

Tutto questo avviene con sorprendente velocità (attimi di tempo), perché man mano che il bilanciere sale la sensibilità ed il perfetto controllo muscolare aumentano e con la prima ripetizione già la mente ha elaborato una serie di dati utili al campione, per comunicargli innanzitutto se deve continuare così anche con le seguenti ripetizioni o procedere a qualche utile fase di correzione, se i suoi bicipiti non hanno raggiunto uno stimolo ottimale. 
 
Così, appaiono nella sua mente le fibre muscolari del bicipite, le inserzioni articolari, in quanto possiede di tutto questo una perfetta conoscenza e coscienza, il collegamento fra muscoli e mente diventa sempre più intenso, aggiungendo dati e impulsi utili al raggiungimento del massimo stimolo, tanto che alla fine della serie i suoi bicipiti sono totalmente congestionati dal sangue affluito prevalentemente nel punto interessato dalle precise e intense contrazioni.
 
In questo modo, con il potere della mente, il campione ha isolato il muscolo, ha dominato il movimento, ha utilizzato lo sforzo nel modo più giusto, concentrandosi, per escludere inutili dispersioni di energia e, giorno dopo giorno, costruisce e migliora la sua struttura muscolare. 

Il campione non ha dubbi, egli percepisce che il suo programma di esercizi e i carichi da usare rappresentano esattamente il meglio. La sua mente, dopo avere elaborato per anni tutti i dati relativi agli esercizi, invia i giusti messaggi ai muscoli del suo corpo. Benché il suo allenamento non abbia niente di prestabilito, tutto si affida all'infallibile scelta della sua applicazione mentale. 

La sua mente suggerisce la scelta degli esercizi più appropriati, se sta lavorando bene, se deve aumentare o diminuire l'intensità dello sforzo. La sua mente elabora la sua motivazione, se vi sono eventuali fattori inibitori della stessa, come stati di affaticamento psico-fisici, stati d'ansia o depressivi, conflitti emozionali vari, ostilità, risentimenti, malumori, gelosia, invidia, paura, etc., e in tal caso li elimina subito. 

Non esiste per il campione il compromesso, ma la certezza di riuscire, l'estrema fiducia e la padronanza. 

Se l'atleta decide di diventare un campione, la mente si adatta e sviluppa l'attitudine positiva per conseguire l'obiettivo, esattamente come si sviluppano i muscoli adattandosi allo sforzo in seguito allo stimolo dell'esercizio. 

Steve Reeves


I muscoli con il semplice allenamento non possono oltrepassare le normali e ragionevoli barriere dello sviluppo; solo la forza mentale infrange i limiti, dischiudendo la via che porta verso risultati superiori.


Il campione è diventato un protagonista dello sport in conseguenza di una preparazione mentale relativa all'allenamento predisposto e preparato meticolosamente per arrivare ad ottenere il massimo risultato. Quindi la sua mente ha cominciato a pensare e ad agire positivamente facendo apparire naturali ed eccezionali le diverse fasi di preparazione che lo hanno portato a migliorarsi durante la sua carriera sportiva. 





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